Esercizi quotidiani

In generale abbiamo le idee piuttosto chiare su cosa sia giusto fare in una situazione che non ci appartiene. Sappiamo che Laura dovrebbe tornare, Luca smettere di bucarsi, Francesca di illudersi, Pietro e Paolo uscire allo scoperto, Grillo tornare al circo, Trump essere aperto al dialogo, e così via. Naturalmente saperlo non è sufficiente, e allora ecco spiegata la necessità di pontificare, parlare, parlare sempre, inutilmente, al bar, nei gruppi privati, a casa, su whatsapp, usando la logica come arma di difesa, una logica inattaccabile: quella del popolo. Quella che riduce il mondo a buoni e cattivi e che ci soddisfa perché ci dà ragione. Quella che tra qualche anno mia nonna sarà a capo dei 3MSC perché le elezioni su internet. Quella per cui anche se sei un coglione raffazzonato puoi creare neologismi o partiti politici o startup o pagine Facebook perché io sono io e tu non sei nessuno e porco mondo l’Italia con un altro presidente del consiglio non eletto dai cittadini. Di corsa sui social a condividere Instanti, Instat e Indignazione. E foto sfuocate effetto polaroid, roba che il giorno dopo ti svegli e hai voglia di like ma nella notte ne hai già ricevuti 500 quindi la giornata comincia meglio. Seguono attimi di informazione su Facebook e Vice. Operazioni di spionaggio online che nemmeno la Cia con la Clinton. Assunzione corretta che i blogger sono i nuovi giornalisti perché basta con la stampa corrotta. E la Ferrante c’ha i soldi però rispetto perché si è fatta da sola. Ma è falsa perché la mena tanto con ‘sto anonimato ma si fa i selfie e sta con Fedez. Ognuno ha il diritto di esprimere quello che pensa ma se hai le tette lo esprimi meglio. E le femministe mute che tanto vi piace quando vi aprono la porta. Gay sì, per l’adozione non sono sicuro. Vegetariano va bene ma vegano è estremo. Ripetere questo esercizio, più volte al giorno, ci rende persone critiche.

Esercizi quotidiani